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Come già accennato, le specialità del nuoto sono anzitutto contraddistinte da uno specifico stile, ossia dal modo con cui i nuotatori si muovono in acqua. In base a tale criterio, le gare olimpiche si dividono in:

• Crawl; è usato da tutti i nuotatori nelle prove a ‘stile libero’. Con questo stile, l’atleta incede con la testa prevalentemente sott’acqua, ruotando le braccia in avanti e alternando il movimento degli arti superiori e inferiori;
• Rana; di origine orientale, è uno stile complesso ed impegnativo. Nella sua forma più elementare, vede il nuotatore ruotare e allargare gli arti anteriori verso l’esterno (quasi a descrivere un cerchio) mentre la testa viene spinta in avanti per inspirare aria e le gambe si contraggono e si allungano come una sorta di ‘calcio’;
• Dorso; come si può facilmente intuire, il nuotatore si muove in acqua mantenendo una posizione supina ed effettuando movimenti ritmati e precisi. Questo stile, infatti, prevede che gli arti inferiori e superiori siano sempre in estensione: le braccia ruotano nel senso della nuotata, descrivendo un arco completo; le gambe, invece, si muovono in maniera limitata, in quanto non devono affondare sotto il livello dell’acqua per più di 20-25 cm;
• Farfalla; talvolta indicato anche come ‘delfino’, questo stile deriva da quello a ‘rana’ e impone al nuotatore una serie di movimenti che gli permettono di descrivere una sorta di onda mentre si muove in acqua. Secondo le regole ufficiali, gli arti devono essere mossi contemporaneamente: le braccia vanno portate avanti e indietro con un movimento simultaneo; lo stesso vale per le gambe;
• Misto; nelle gare di tipo misto, i nuotatori devono utilizzare i quattro stili in un ordine ben preciso (prima farfalla, poi dorso, rana e stile libero), coprendo con ciascuno un quarto della distanza di gara. Gli atleti possono ‘staccare’ dalla parete della piscina sul dorso all’inizio della frazione a stile libero ma non può muovere le gambe fin quando non ripristina la posizione sul petto.